PICASSO ( Pablo Ruiz Picasso)
Picasso è' l'artista più famoso e prolifico del novecento : in una carriera durata più di settan'anni, produsse una notevole quantità di quadri, sculture, stampe, scenografie teatrali e ceramiche. A 26 anni dipinse LES DEMOISELLE D'AVIGNON: questo quadro è considerato il manifesto del cubismo, violenza provocatoria, ardita scomposizione delle forme con contorni spigolosi.
Nacque il 25 ottobre 1881 a Malaga dove trascorse i primi 10 anni della sua vita, trasferitosi definitivamente nel 1895 con la famiglia a Barcellona, seguendo forse la passione per l'arte del padre Josè Ruiz Blasco, che insegnava alla scuola di belle arti di Malaga, ben presto venne ammesso ai corsi superiori della scuola di belle arti " la Jonia" della stessa città, nonostante avesse solo 14 anni. Nel 1897 diede subito prova del suo talento precoce realizzando il dipinto " scienza e carità" , che inviata all'esposizione nazionale delle belle arti di Madrid ottenne la medaglia d'oro.
Dopo aver frequentato gli ambienti artistici cosiddetti " bohemienne", si trasferirà a Parigi, dove inizia la sua vera carriera artistica dipingendo una delle opere più famose del periodo blu, intitolata " la vita".Dopo aver alternato periodi tra Barcellona e Parigi, nel 1904 si trasferisce definitivamente nella capitale francese dove incontrerà numerosi artisti che influenzano l'evolversi della sua esperienza dal periodo blu al periodo rosa sino al tentativo di sintetizzare le precedenti esperienze artistiche nel post impressionismo alla Toulouse-Loutrec, Gaughen, Cesane ed El Greco.
Picasso,
però, proprio in questa sua opera di ricostruzione delle personali
e precedenti esperienze
artistico-umane, ebbe modo di comprendere che ormai l'arte si stava sviluppando
sullo stile, che sarebbe divenuto contenuto, senza divenire simbolismo,
iniziando quella sua fase razionale del cubismo; in quanto, come affermato dallo
stesso artista: "L'arte astratta è soltanto pittura. E il dramma dov'è?
L'arte astratta non esiste. Bisogna sempre partire da qualcosa… Perché è
l'oggetto che ha toccato l'artista, ha eccitato le sue idee, ha scosso le sue
emozioni… Lo voglia o no, l'uomo è lo strumento della natura, che gli impone
il suo carattere, la sua apparenza…".
Di decennio in decennio fu così che il maestro assimilerà in modo sempre più
vorace ed elaborerà tutto ciò che stava accadendo attorno a lui;
sperimentando, nel suo insaziabile desiderio di conoscere e di produrre nuove
metodologie artistiche, tutte le tecniche artistiche, dalla pittura, sino alla
scultura, alla grafica ed alla ceramica (si è avuto modo di ammirare le sue
opere nella mostra di Ferrara, "Picasso. Scolpire e dipingere la
ceramica", conclusasi il 21 maggio 2000).
Fu così che Picasso, morto nel 1973 a Mougins dopo una breve malattia, con le
sue opere (si dice producesse fino a nove capolavori al giorno), nella vita
segnasse le sue passioni straordinarie e sempre intense, alternandosi tra
città, borghi, politica, salotti artistici, grandi artisti della letteratura
(come Apollinaire), ed amori in una densa ricerca creativa di contenuti più che
di forme.
Nella antologica milanese sarà possibile per il visitatore, grazie alle 225
opere esposte, ripercorrere il "calvario" artistico di Picasso,
distinguendo le tecniche di un artista che non aveva teorie come un Kandinskij,
ma aveva sperimentato diverse tecniche, come si avrà modo di osservare dai
capolavori cubisti, le sculture, fino alle opere tarde, per alcuni critici forse
le più critiche.
Una vita artistica, quella di Picasso, che gli studiosi dividono in sei periodi
fondamentali: Periodo Blu (1901 - 1904); Periodo Rosa (1904
- 1906); Arte negra (1906 - 1907); Cubismo (dal
1907); i Papiers collés (dal 1912) ed il Periodo
Neoclassico (dal 1917).
Il Periodo Blu,
per il quale viene esposta tra le tante opere quella "Vecchio
cieco e ragazzo" (1903), capolavori nei quali domina l'elemento
cromatico del "blu", che acquisisce quasi una dimensione
sacralizzante, nel momento in cui esalta, addolcendola, la disperazione delle
figure dipinte.
Il Periodo Rosa,
per il quale viene presentata tra le tante l'opera "I
giocolieri" (1905), in cui,
all'esasperazione dei personaggi del periodo precedente, viene sostituita quello
dei personaggi del mondo circense e dell'elemento dominante del "rosso e
del rosa"; un
mondo nel quale i personaggi presentano uno sguardo quasi "perso nel
vuoto", "assente", immerse in una atmosfera al di fuori dello
spazio e del tempo ("atemporale").
Il Periodo dell'Arte Negra,
per il quale, proveniente dalla Galleria Nazionale di Praga viene
presentato "Autoritratto"
(1907), opera che venne creata dal pittore osservando una statuetta acquistata
in un bistrot di Boungival e che dimostra gli effetti dei suoi primi contatti
con la scultura negra; ovvero di quell'arte che, così come venne definita sino
al secondo decennio del Novecento, proveniva non solo dall'Africa, ma anche
dalla Polinesia e dalle isole dell'Oceania e che era contraddistinta da un nuova
concezione fondata sulla purezza e naturale semplicità nella analisi della
forma, rappresentante di fatto un preliminare del cubismo.
Il Cubismo,
di cui, proveniente dalla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia, viene esposta
l'opera "Il Poeta" (1911), nella quale, come osservato da un critico
dell'epoca, Picasso aveva iniziato una nuova ricerca per ridurre gli elementi
raffigurati in cubi (cosiddetta sintesi
plastica); definizione che ebbe tanto successo da dare il suo nome
all'avanguardia di Picasso e che contribuì alla nascita del movimento del
cubismo, il quale si contraddistinse per la distruzione della prospettiva
avviata dagli impressionisti e dai fauves, per dare risalto solo alle strutture
dello spazio e di quanto in esso visualizzato.
I Papiers collés, , periodo per il quale nelle opere esposte "Natura
morta: violino e frutta" (1912 - 1913) e "Natura
morta con sedia di paglia" (1912),
si osserva come l'artista inserisca nelle opere di pittura su tela altri
elementi con applicazioni di altri materiali eterogenei
(carte stampate, caratteri tipografici,
legno, sabbia), volendo così testimoniare la sua esigenza di dare
autonomia all'arte, svincolando i materiali utilizzati dalla loro naturale
destinazione.
Il Periodo Neoclassico, infine, del
quale potremo ammirare l'opera "Tre
donne alla fonte" (1921), in cui Picasso, che per la prima volta
(1917), era venuto in Italia, mostrerà di avere subito l'influenza oltre che il
fascino, non solo dei Futuristi
(Prampolini e Depero), ma anche dell'arte classica e rinascimentale di Raffaello
e Michelangelo; per cui, nei lavori appartenenti a questo ciclo, si osserveranno
analogie formali con le opere di Carlo Carrà e Mario Sironi, con una
monumentalità di forme e di volumi, nonché l'uso del chiaro scuro per
distinguere i tratti dei soggetti.
Le opere di Picasso, dopo il primo ventennio del '900, continueranno con il
riproporre i sei periodi della esperienza artistica precedente, con sempre più
frequenti contaminazioni che ne altereranno la originalità dei periodi nei
quali si formarono.
Nella mostra milanese, i cui periodi sono stati solo sinteticamente illustrati
nel contesto di questa breve recensione, sarà possibile quindi per il
visitatore ripercorrere, come in un album fotografico della vita dell'artista,
le esperienze e le emozioni di Picasso, avvicinandosi a comprendere
l'incredibile talento del più geniale artista del Novecento.